Su iniziativa di "ITALIA SOCIALISTA" di Cologno Monzese, si è tenuto oggi 05 Ottobre 2002 a San Colombano al Lambro (MI) un primo incontro di conoscenza e di scambio di esperienze tra i seguenti movimenti:- ITALIA SOCIALISTA - PARTITO SOCIALISTA ITALIANO UNITI DEMOCRATICI EUROPEI - MOVIMENTO UNITARIO DI INIZIATIVA SOCIALISTA - PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA
Sono stati presenti Luca Gentile (Piacenza), Nicola Terracciano (Formia), Gaggero Gualtiero (Genova), Salvatore Andouni (Genova), Michele Mercaldi (Milano), Alessandro D'Ovidio (Lodi), Francesca Romano (Cologno Monzese), Roberto Nucci (Milano), Rocco Morabito (Cusano Milanino), Vittorio Iorio (Milano), Giovanni Iorio (Napoli), Giovanni Lauro (Pescara), Giuseppe Governanti (Cologno Monzese).
Dopo una relazione del segretario di "Italia Socialista" Giuseppe Governanti e l'intervento di tutti i presenti, si sono ritrovati e fissati i seguenti punti comuni:
1)- collocazione decisa e indiscutibile a sinistra e critica radicale dei socialisti che si sono collocati a destra;
2) - posizione autonoma dall'Ulivo e dall'attuale centro sinistra;
3) - posizione assolutamente critica della tradizione comunista e di quella socialista massimalista, che tante tragedie e danni hanno prodotto nella storia della sinistra italiana;
4) - collocazione nelle nobili tradizioni socialiste riformiste, socialdemocratiche, liberalsocialiste, che possono essere esemplificate nelle figure di Turati, Anna Kuliscioff, Matteotti, Carlo Rosselli, Pertini.
Alla luce di queste posizioni comuni, i movimenti presenti hanno espresso una volontà federativa, che non implichi strumentalizzazioni od egemonie da parte di alcuno degli aderenti e preveda la reazione comune contro operazioni di puro potere. Si è espresso l'orientamento di solidarietà comune verso iniziative che implichino il radicamento tra la gente e a livello locale. Saranno presentate liste autonome, che garantiscano il rispetto e la visibilità dei movimenti e dei loro punti fondamentali. Si è deciso di scambiarsi i link tra i movimenti presenti su Internet. Si è deliberato di riunirsi periodicamente a rotazione e a carico dei movimenti presenti, per continuare il dialogo e lo scambio, allargandolo ad altri movimenti che si ritrovino nei punti fissati.
Il prossimo incontro si terrà a Genova domenica 10 Novembre 2002, alle ore 9.30, presso la sede del PSI UDE di Via degli Orefici, 8/9.
Come primo patrimonio comune, in tutti i siti dei movimenti aderenti, si pubblicheranno il seguente documento e l'intervento introduttivo di Giuseppe Governanti, che si ringrazia per la sollecitazione, l'impegno e il sacrificio.
PSI - UDE: 333/6415900 (Salvatore Andouni)
ITALIA SOCIALISTA: 02/2532762, 338/2374625 (Giuseppe Governanti); http://www.italiasocialista.it/
MUIS: 0371/30245 (Alessandro D'Ovidio); www14.brinkster.com/socialisti
PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA: 338/7513794 (Nicola Terracciano); http://www.liberalsocialisti.org/
FIRME: PSI UDE (Salvatore Andouni) - ITALIA SOCIALISTA (Giuseppe Governanti) - MUIS (Alessandro D'Ovidio) - PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA (Nicola Terracciano).
TESTO DELLA RELAZIONE INTRODUTTIVA DI GIUSEPPE GOVERNANTI
Nel ringraziare i partecipanti, il mio pensiero vola a ricordare il compagno Mario Polli, uno dei fondatori di "Italia Socialista", morto tragicamente e che sarebbe stato orgoglioso di essere con noi oggi, una giornata in cui dei socialisti in umiltà si incontrano, lontani dalle luci della ribalta, senza un o.d.g. specifico, ma uniti da un profondo attaccamento ai valori del socialismo e dal desiderio di lavorare alla formazione di un movimento socialista, autenticamente autonomo, liberale e riformista, del quale si sente la mancanza nell'odierna, torbida politica italiana, inficiata da tante false promesse (un benessere diffuso e per tutti) e dalla certezza di un lento, inarrestabile logoramento dello stato di diritto e della scomparsa dei diritti della persona.
Un neo-liberismo all'italiana che, con una mano fa finta di dare, mentre con l'altra rapina, rendendo le famiglie sempre più povere e meno propense a consumare, mortificando paradossalmente lo stesso principio liberista della crescita dei consumi come crescita, innanzitutto, della ricchezza imprenditoriale. Ma il discorso sull'attuale politica del governo Berlusconi, che andrà sicuramente fatto, ci porterebbe lontano, allontanandoci dalle motivazioni che ci hanno portato a ritrovarci.
Tutti noi veniamo da esperienze diverse, alcune positive, altre traumatiche, ma sicuramente forzate, che ci hanno allontanato dai due partiti socialisti, lo SDI e il Nuovo PSI collocati, ahimè!, in due opposti schieramenti politici, che disputano su chi legittimamente raccoglie l'eredità di Bettino Craxi che, secondo me, rappresenta un aspetto molto limitato e limitante, di quello che è stato il socialismo in Italia, almeno dal 1892. Due partiti che si nascondono dietro due alleanze senza identità e senza orgoglio: il primo appiattendosi sui Ds; il secondo chiaramente scodinzolante nella CdL in compagnia non solo di Fini, ma di Rauti e di Bossi, senz'anima e senza dignità, dimentico delle proprie radici, che affondano in una storia piena di lotte e di aggressioni subite, di esilio e di olio di ricino, ma sempre vicini a quanti sono stati ai margini della società per emanciparli.
Ma, al di là dell'attuale collocazione politica, al di là dell'attuale legge elettorale, che limita la partecipazione, ciò che ci allontana dagli elettori è la mancanza di autonomia e, quindi, di un progetto politico specifico. Le giustificazioni prima ricordate, pur fondamentalmente vere, non sono determinanti, perché si possono trovare momenti e spazi per sottolineare la diversità socialista e il progetto identificante. Ricordo con un pizzico di amarezza l'entusiasmo dei compagni più ingenui e generosi durante il Congresso di Milano, entusiasmo subito limitato dall'ultimo intervento di Martelli e spento dal discorso di "chiusura" della levatrice Berlusconi. Ricordo, altresì, le polemiche seguite al veto di candidare i vecchi personaggi del PSI. Non discuto se sia stato giusto o sbagliato, ma è stata un'ingiustificata ingerenza sulle faccende interne ad un partito alleato, che ne annullava l'autonomia. Fu proprio in ragione della legge elettorale che scaturì la proposta di "Italia Socialista"; allora avevamo aderito, condizionando la nostra presenza ad una politica di sinistra e all'autonomia più vera. Proponemmo di presentare il simbolo in tutti i colleggi senatoriali d'Italia, certi, in virtù della regola dei resti, che saremmo riusciti ad elegere almeno tre o quattro senatori. Ma non fummo ascoltati. Meglio il certo che l'incerto per chi ha fame di poltrone, e così lasciammo la compagnia.
Siamo sempre più convinti che il rilancio del socialismo in Italia non avverrà né attraverso un processo di rifondazione (quello dello SDI), né di ricostruzione (quello del Nuovo PSI: una sigla che ne rappresenta efficacemente l'immagine e il contenuto), perché entrambi confidano di crescere pascendosi del pane della nostalgia e della rivincita. Sono nati vecchi e sono formati da vecchi col vecchio vizio o, se volete, la vecchia abitudine, di ritenere che la politica si dirigga seduti comodamente dietro una scrivania. Non è più così: la politica è servizio. E poi mancano i soldati e gli incentivi per chi, soldato mercenario, era abituato a prenderli. Occorre rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, essere contemporaneamente operaio e dirigente, più operaio che dirigente. Ma faticare stanca: meglio parlare di Popper o teorizzare gratificanti scenari futuri, lontani dalla realtà, ma che, purtroppo carpiscono la buona fede di molti compagni che meritano rispetto.
Solo un nuovo soggetto politico, svincolato da ogni legame col più recente passato, ma saldamente legato ai valori morali espressi con coerenza e grande dignità politica ed umana da compagni come Carlo e Nello Rosselli, Turati e Matteotti, Nenni, Pertini, Lombardi e da tutti i perseguitati politici, che mai hanno abiurato alle loro idee, anche a prezzo della loro vita, può rilanciare il socialismo.
Le difficoltà sono tante e non vanno nascoste, ma realisticamente affrontate sono legate a tre fondamentali aspetti: 1) - Progetto; 2) - Organizzazione; 3) - Risorse.
Il primo aspetto è quello meno oneroso, ma il più essenziale da determinare, perché è su di esso che chiederemo l'adesione dei cittadini-elettori. Il progetto deve essere rivoluzionario nei principi fondanti, ai quali bisognerà sempre attenersi nella successiva azione politica. La giustizia, la libertà e la solidarietà devono stare alla base del progetto, che avrà come fine di realizzare l'emancipazione dell'uomo da ogni dipendenza, attraverso un nuovo umanesimo che abbia al centro della ricerca l'uomo, non come oggetto ubbidiente e passivo da altri usato, ma come soggetto attivo, come colui che vive in sé l'umanità intera. Come afferma E. Fromm "niente di ciò che è umano mi è estraneo, io sono te, io posso capire un altro essere, perché entrambi abbiamo in comune i medesimi elementi dell'esistenza umana." Tali principi devono essere alla base di ogni problematica sociale, che ricerchi di realizzare il benessere dell'uomo nel suo duplice aspetto naturale e spirituale.
L'organizzazione rappresenta un aspetto determinante in quanto ha il compito di mettere in rapporto il movimento con i cittadini, di farlo conoscere e di diffonderne non solo l'ideologia, ma anche, e soprattutto, le sue peculiarità che lo distinguono dagli altri movimenti e partiti. Insomma il cittadino, quando si parla di sanità, deve immediatamente collegare l'argomento al movimento. Non è cosa facile. Occorrono sacrificio e risorse umane, all'inizio non fondate sul numero, ma prevalentemente sulla convinzione della bontà della proposta. Come organizzarci? Cosa fare per farci conoscere? Credo che i vari movimenti ed associazioni, dopo aver trovato dei punti ideologici comuni irrinunciabili che, come è stato detto, ne determinino l'identità e facciano da tessuto connettivo, possano pensare ad una organizzazione federativa, che sia lontana dal monolite dei partiti tradizionali e, quindi, agile perché immediata nell'individuazione dei problemi e nel loro primo approccio risolutivo. E, inoltre, non mortifichi né le iniziative né i dirigenti locali che, conoscendo il territorio e le sue problematiche, possono intervenire con perizia e autorevolezza.
Il passaggio dalla teoria alla pratica, cioè all'applicazione di quanto determinato, è il momento più difficile, perché implica il ricorso alle "risorse" non solo umane, ma sicuramente economiche. Attualmente siamo andati avanti autassandoci o mettendo mano individualmente ai portafogli, come oggi d'altronde. Ma fino a quando può durare? Occorre escogitare un piano che ci permetta di introitare risorse certe e costanti, perché si possa avere la possibilità di programmare l'attività politica. Volantini, manifesti, manifestazioni, incontri, telefono, affitto della sede, hanno un costo e sono vitali per l'esistenza e la diffusione del movimento. Ma è un problema che con il contributo propositivo di tutti va risolto contestualmente agli aspetti organizzativi e di progetto.
Non voglio dilungarmi oltre, anzi mi scuso se sono stato prolisso, ma mi sia permessa un'ultima considerazione. In Italia, paese di grandi contraddizioni, c'è tanta povertà e tanta ingiustizia mista al pregiudizio e all'egoismo, ma c'è innanzitutto una sorta di apatia verso la politica, un allontanamento che è sfiducia, una rassegnazione che rappresenta, prima, la morte della politica e, poi, quella della democrazia. E noi abbiamo il dovere di fare di tutto per riportare i cittadini alla politica e per rendere più forte la democrazia, onde incidere su scelte nefaste, come le guerre che portano lutti e sofferenze non solo ai popoli che la subiscono, ma anche al mondo ovattato e indifferente che ne guarda le immagini , già selezionate, in TV. Abbiamo il dovere di parlare di sanità e di scuola, non in termini ragionieristici, ma come un diritto, il diritto alla salute, il diritto all'istruzione; abbiamo il dovere di parlare di solidarietà e non di elemosina; abbiamo il dovere di preparare un mondo migliore non solo per i nostri figli, ma anche per i figli degli altri. Noi, oggi, siamo pochi, ma possiamo diventare tanti, se solo riusciremo a penetrare l'indifferenza dei cittadini, dando prova di coerenza e di onestà.
Compagni, non è una questione di bandiera; è una questione di convincimento, direi, religioso, di quella spinta etica che muove le montagne!
San Colombano al Lambro 5/10/ 2002
Giuseppe Governanti (governanti@libero.it)
RIUNIONE DI GENOVA DEL 10 NOVEMBRE 2002
Oggi 10 novembre 2002 in Genova nella sede nazionale del PSI-UDE si e tenuto il secondo incontro tra i movimenti che hanno attivato un processo federativo nella riunione di S.Colombano (MI) del 5 ottobre 2002.
Sono stati presenti: Salvatore Andouni (Genova), Giuseppe Governanti (Cologno Monzese), Michele Mercaldi (Milano), Nucci Roberto (Milano), Iorio Vittorio (Milano), Nicola Terracciano (Formia), Alessandro d'Ovidio (Lodi), Beva Sergio (Torino), Cacciolla Biagio (Frosinone), in rappresentanza dei seguenti movimenti:
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO- UNITI DEMOCRATICI EUROPEI
ITALIA SOCIALISTA
MOVIMENTO UNITARIO DI INZIATIVA SOCIALISTA
PARTITO D'AZIONE LIBERALSOCIALISTA
SOCIALISMO TRICOLORE (responsabile Biagio Cacciola)
RIFONDAZIONE SOCIALISTA
Dopo il saluto introduttivo di Andouni e l'intervento di tutti i presenti, si sono prese le seguenti decisioni:
1) adesione formale al processo federativo di 'Socialimo Tricolore', con la riserva di 'Rifondazione Socialista' di far pervenire la propria decisione dopo un direttivo da convocare a breve;
2) rafforzare nelle forme esterne di presentazione dei singoli movimenti la partecipazione al processo federativo;
3) riunirsi a Fiuggi dal pomeriggio di sabato 18 alla domenica mattina del 19 gennaio 2003;
4) si sono individuati nella discussione i seguenti punti programmatici da approfondire in questo periodo precedente la riunione di Fiuggi all'interno dei movimenti e nello scambio tra essi, utilizzando anche il forum di Rifondazione Socialista:
- il lavoro che cambia nell'eta della globalizzazione;
- le pensioni;
- la sanita;
- l'immigrazione,
non escludendo altre tematiche.
5) i singoli movimenti continueranno il lavoro di radicamento, per essere in grado di offrire alla riunione di Fiuggi indicazioni essenziali per una articolazione piu stringente ed operativa del processo federativo, anche in vista delle scadenze elettorali locali della primavera 2003.
Seguono le firme.
Nel pomeriggio i partecipanti e responsabili dei movimenti hanno portato in delegazione una corona di fiori alle tombe di Giuseppe Mazzini e Ferruccio Parri al cimitero genovese di Staglieno e a quella di Pertini al cimitero di Stella S.Giovanni di Albissola (Savona).